Tempo fa vidi un film “The host“, in cui la protagonista era abitata da un’altra presenza, un ospite che si era preso posto dentro di sé.
Così è la lei per me, lei che ancora oggi faccio fatica a chiamare “malattia” ma che malattia a tutti gli effetti è.
È iniziato tutto 13 anni fa, quando come la bella addormentata caddi in una sorta di sonno, una sorta di coma vegetativo profondo!
Una farfalla libera e leggera, ma che si sentiva pesante come un elefante si addormentò e salutò la sua libertà!
Da lì anni di “sonnambulismo” in un mondo fatto di numeri, ossessioni, rituali, cibo, poco, pochissimo, tanto, troppo cibo!
Una vita scandita da anoressia, binge eating, ortoressia….. in questo vortice confuso qualche traguardo c’è stato: un diploma, due lauree con il massimo dei voti, un master…
Ma la farlalla dov’era? Dove erano finite le sue ali?
Tagliate, tarpate da una forza più grande e potente di lei!
Eh no… ti diranno che è questione di volontà, che basta impegnarsi, che se solo smetti di volere il fisico da copertina il dolore passa e invece no… non passa!
La mia “host”, la mia ospite indesiderata in tutti questi anni ha mosso la scacchiera di cui io sono diventata una importante pedina!
Mi ha tolto il ruolo da protagonista nella MIA vita!
Ed io che mi sono convinta di essere un brutto anatroccolo ma che in cuor mio ho sempre saputo che gli anatroccoli sono cigni in potenza, pur non essendomi mai fermata, ora MI FERMO.
Per diventare cigno, per evolversi, per cambiare devo ACCETTARE che non posso controllare il mio dolore, che non lo posso anestetizzare ancora con restrizioni, rinunce, cibo e vita triste, abbuffate, grandi quantità di dolci …. devo chiedere aiuto!
L’anatroccolo, per scoprire il cigno che da sempre dorme spento dall’ospite malefico dentro sé, ha bisogno di fedeli aiutanti!
Eccoli… li vedo: grazie ai social scopro chi può risvegliarmi dal mio coma vegetativo e farmi tornare alla vita!
MondoSole! Il cammino sarà lungo, come il viaggio di Ulisse ho bisogno di incontrare Polifemo, Circe, Calipso…. tutte le sfere della vita che l’ospite/malattia ha contaminato!
Sarà dura, ma voglio farcela!
Mi affido e insieme attraverseremo questo mare… per la prima volta con lentezza e con un valido aiuto al posto dei rituali!
Tutto il buon cibo che mi vieto per poi divorare voracemente in abbuffate prive di controllo non è altro che metafora di un dolore antico e profondo che il mio percorso di cura mi permetterà di comunicare!
E allora…. eccomi, sono pronta!
Dopo anni di viaggio in solitaria, finalmente mi lascio accompagnare.
Marty ✨