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Ho sofferto gran parte della mia vita di disturbi alimentari

by ChiaraSole Ciavatta

Ho sofferto gran parte della mia vita di disturbi alimentari… Chiedere aiuto è stato il mio primo passo verso la guarigione!

Mi chiamo Sole, ho sofferto gran parte della mia vita di disturbi alimentari.

La mia è una storia fatta di silenzi, di parole mangiate, non dette. Il mio, come per tutte le persone affette da queste patologie, è un passato di sofferenza e solitudine. La difficoltà più grande per chi è affetto da questa malattia è quella di riuscire ad acquisire la consapevolezza stessa di avere un problema.

Per tutti gli anni in cui non ho mangiato, in cui ho vomitato, in cui mi sono abbuffata, in cui cercavo di scappare da me stessa, mi raccontavo di vivere una vita normale. Quella era la MIA normalità, mi rendevo conto che per gli altri era diverso, ma non riuscivo a concepire l’idea di avere un problema.

Il conflitto con il mio corpo inizia con la pubertà, non ero in grado di accettare quel mio corpo che cambiava. Non volevo le curve, nascondevo sempre il mio corpo perché mi vergognavo, volevo rimanere aggrappata al mio corpo infantile. Un corpo senza forme che non suscitava desiderio e nel quale mi sentivo protetta.

Mi ero creata una gabbia dove predominava la razionalità. Per me piangere, e dimostrare ogni tipo di emozioni, era simbolo di debolezza e non lo facevo mai.

La mia vita era diventata una continua lotta tra restrizioni totali e forti abbuffate (non solo di cibo, ma restrizioni di affetto ed emozioni, abbuffate di iperattività e controllo). Schiava dei miei schemi alimentari, delle mie routine di sport, lavoro e studio senza fine.

Qualunque cosa riuscisse ad anestetizzare e aiutarmi a NON SENTIRE.

Ho capito lungo il mio percorso di cura il significato che attribuivo al cibo, la strumentalizzazione come mezzo di comunicazione.

Non mangiando cercavo di comunicare il mio dolore, un dolore che non riuscivo a esprimere con parole perché effettivamente non sapevo parlare. Non mangiando cercavo di attenuare le mie paure, man mano i chili scendevano mi sentivo sempre più “forte”, più onnipotente e questo mi portava a portare avanti il digiuno.

Questo controllo effimero ogni tanto crollava, perché il mio corpo voleva essere nutrito e sistematicamente arrivavano le abbuffate.

Si cerca metodicamente in tutti i modi e con tutti i mezzi di anestetizzarsi dalla vita, di non vivere, di non farsi sopraggiungere da nessun tipo di emozioni (siano positive o negative).

E’ una eterna lotta contro se stessi in cui si diventa schiavi dei sintomi. Quando si arriva al punto di dire BASTA, di capire finalmente di avere un problema e voler risolverlo allora si chiede aiuto.

Chiedere aiuto è stato il mio primo passo verso la guarigione. Ho dovuto affrontare un lungo percorso introspettivo, ho dovuto imparare a esternare con le parole tutto ciò che provavo.

Guardarsi finalmente dentro, imparando ad essere onesti con se stessi, ammettendo le proprie debolezze e paure, abbattendo le maschere che ci siamo per anni costruiti è veramente faticoso, ma è una fatica e un dolore che portano a un BENE infinito.

Il bene di essersi riguadagnati la propria vita, la propria libertà. LIBERI di essere se stessi. I disturbi alimentari, qualunque forma essi prendano, sono sempre una PRIGIONE.

Da questa prigione ne sono uscita, ora ho imparato a COMUNICARE, ad esprimere ogni mia emozione attraverso le parole e non solo. Ho scoperto la bellezza di comunicare anche attraverso la fotografia e la potenza del poter comunicare con i video. Vorrei poter condividere con gli altri a 360 gradi le sensazioni che mi suscitano le diverse esperienze della vita, come le emozioni di un viaggio.

Desidero condividere con voi alcuni lavori che Alessandro ed io produciamo, sono visibili a questo indirizzo web: ALESSANDRO BORDONI films  , potete visitare la nostra pagina FB cliccando qui

A presto Sole

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