IL PASSAGGIO
Tanta rigidità dettata dall’anoressia non poteva durare.
Una cosa è scolpita nella mia mente e vedo che è comune a tante persone: il momento del “passaggio” (come lo chiamo io). E cioè della perdita (dell’illusione) del controllo.
Della fine dell’anoressia e del suo peggioramento.
Quel giorno per me è cominciato il vero inferno.
Ricordo che avevo l’abitudine malata di fare sempre interminabili sedute di palestra. Poi salivo in cucina. Mi concedevo pochi biscotti light. Erano biscotti molto tristi e alquanto insapore, il numero massimo era 3….. 3…. 3…. solo 3!!!!!!!
Quel giorno il pacco era da cominciare.
L’ho aperto e, in un istante, mi sono trovata con la carta vuota tra le mani. All’interno della confezione non c’era più nulla. Cercavo i biscotti e non ne vedevo più. Grattavo il fondo del pacco, ma nulla, appena un pochino di briciole.
Oh Cielo, Li avevo divorati tutti io senza poter decidere niente.
Un intero pacco di biscotti.
Tutti in una volta… fino a quel momento ogni boccone era sempre ragionato, calcolato, controllato, pensato nei minimi particolari.
In quel momento mi sono sentita morire.
L’espressione senso di colpa non descrive affatto ciò che ho provato. Volevo sprofondare dentro di me.
Ho chiamato mio padre piangendo. Non sapevo cosa fare. Non riconoscevo la persona che ero. Sentivo dolore fisico in tutto il corpo: come se mi stessero trafiggendo 100 coltelli tutti in una volta. Urli, pianti… nulla era in grado di farmi provare un po’ di sollievo.
QUEL DOLORE PESAVA TANTISSIMO!
Non volevo tutta quella vita dentro di me. Tutto quel nutrimento.
Io, e solo io, dovevo decidere…. Avere il controllo. Anche se in realtà non l’avevo mai avuto. Mi ero illusa di averlo, ma la malattia si era impossessata di me, si nutriva della mia vita e decideva per me.
Il tutto si è “risolto” con ore di corsa per cercare di rimediare/compensare, per mettere a tacere bruscamente i sensi di colpa…. Ma ormai quello pseudo controllo era morto… e tutto è capitolato in fretta…
Piano piano, si fa per dire, sono cominciate le abbuffate. All’inizio erano sporadiche e io continuavo a raccontarmi che “tanto da domani“….
Poi man mano gli attacchi compulsivi si sono sempre più avvicinati…. sempre di più… nonostante tutto continuavo ad illudermi, l’ideale anoressico era davvero potente e lo è sempre stato durante gli anni della malattia, oltre a questo la “memoria impermeabile”.
Sempre peggio fino ad arrivare al “giro” (praticamente senza mai smettere di mangiare).
Ho sempre tentato di vomitare, ma per moltissimo tempo non ci sono riuscita, soffrivo di binge eating e non lo sapevo, d’altronde è stata riconosciuta come malattia dal manuale diagnostico pochi anni fa.
Quando soffrivo di anoressia, benché nessuno conosceva davvero questa malattia, in qualche modo cercavano di dirmi che era pericoloso non mangiare o comunque mangiare come mangiavo io…. in poche parole che il tutto prima o poi mi avrebbe presentato il conto. Ma io, ovviamente, pensavo che sono cose che accadevano agli altri a non a me.
Beh ho dolorosamente scoperto che anche io sero “gli altri” come ognuno di noi: prima o poi la restrizione porta all’eccesso.
…Poi la bulimia….in tutti gli anni di malattia le sintomatologie si sono un po’ alternate.
Eh si perché ogni sintomo esiste per motivi specifici e urla cose, non è certo casuale…….. nel proprio percorso di cura si comprende ogni singolo significato, ogni sfaccettatura.