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Passare dall’anoressia al binge eating e alla bulimia: IL PASSAGGIO

by ChiaraSole

IL PASSAGGIO

Tanta rigidità dettata dall’anoressia non poteva durare.

Una cosa è scolpita nella mia mente e vedo che è comune a tante persone: il momento  del “passaggio” (come lo chiamo io). E cioè della perdita (dell’illusione) del controllo.

È scolpito nella mia mente l’esatto istante della fine dell’anoressia, del peggioramento della malattia.

Quel giorno per me è cominciato il vero inferno.

Avevo l’abitudine malata di fare sempre interminabili sedute di palestra, ma soprattutto tanta corsa in salita sul tapis roulant, spesso prima di andare a scuola e poi al mio ritorno. Successivamente salivo in cucina, e, con una fatica immane, avevo raggiunto il compromesso, dopo tanto tempo senza carboidrati, di concedermi pochi biscotti light di farro. Erano biscotti molto tristi e praticamente senza sapore, il numero massimo era 3….. 3…. 3…. solo 3, tassativamente 3!!!!!!!

Quel giorno il pacco era da cominciare.

L’ho aperto e, in un istante, mi sono trovata con la carta vuota tra le mani. All’interno della confezione non c’era più nulla. Cercavo i biscotti e non ne vedevo più. Grattavo il fondo del pacco, ma nulla, erano rimaste appena un pochino di briciole.

Oh Cielo, li avevo divorati tutti io senza poter decidere niente. Senza accorgermene. Tutto accaduto in un lampo, come se io non fossi neanche stata lì.

Un intero pacco di biscotti.

Tutti in una volta… fino a quel momento ogni boccone era sempre stato ragionato, calcolato, controllato, pensato nei minimi particolari.

In quel momento mi sono sentita morire. PANICO MORTALE!

L’espressione senso di colpa non descrive affatto ciò che ho provato. Volevo sprofondare dentro di me.

Ho chiamato mio padre piangendo. Non sapevo cosa fare. Non riconoscevo la persona che ero. Sentivo dolore fisico in tutto il corpo: come se mi stessero trafiggendo 1000 coltelli tutti in una volta. Urli, pianti… nulla era in grado di farmi provare un po’ di sollievo.

QUEL DOLORE PESAVA TANTISSIMO!

Non volevo tutta quella vita dentro di me. Tutto quel nutrimento. (che simboleggiava un mondo emotivo di cose a livello psicologio).

Io, e solo io, dovevo decidere…. Avere il controllo. Anche se in realtà non l’avevo mai avuto. Mi ero illusa di averlo, ma la malattia si era impossessata di me, si nutriva della mia vita e decideva per me.

Il tutto si è “risolto” con ore e ore di corsa per cercare di rimediare/compensare, per mettere a tacere bruscamente i sensi di colpa…. Ma ormai quello pseudo controllo era morto… e tutto è capitolato in fretta.

Piano piano, si fa per dire, sono cominciate le abbuffate. All’inizio erano sporadiche e io continuavo a raccontarmi che “tanto da domani“….

Poi man mano gli attacchi compulsivi si sono sempre più ravvicinati…. sempre di più, ma nonostante tutto continuavo ad illudermi, l’ideale anoressico era davvero potente e lo è sempre stato durante gli anni della malattia, oltre a questo era complice la “memoria impermeabile”.

Sempre peggio fino ad arrivare al “giro” (praticamente senza mai smettere di mangiare giorno e notte).

Ho sempre tentato di vomitare, ma per moltissimo tempo non ci sono riuscita, soffrivo di binge eating e non lo sapevo, d’altronde è stata riconosciuta come malattia dal manuale diagnostico pochi anni fa.

Quando soffrivo di anoressia, benché nessuno conosceva davvero questa malattia, in qualche modo cercavano di dirmi che era pericoloso non mangiare o comunque mangiare come mangiavo io…. in poche parole che il tutto prima o poi mi avrebbe presentato il conto. Ma io, ovviamente, pensavo che sono cose che accadevano agli altri a non a me.

Beh ho dolorosamente scoperto che anche io ero “gli altri” come ognuno di noi: prima o poi la restrizione porta all’eccesso.

…Poi sono passata alla bulimia…. in tutti gli anni di malattia, le sintomatologie si sono un po’ alternate.

Eh si perché ogni sintomo esiste per motivi specifici e urla cose, non è certo casuale…….. nel proprio percorso di cura si comprende ogni singolo significato, ogni sfaccettatura.

ChiaraSole

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