Ogni famiglia ha la sua “pecora nera”. Quella che spezza le catene di meccanismi malati che si tramandano di genitori in figli e così via. Io sono stata e sono, “la pecora nera” della “mia famiglia”, o meglio delle famiglie “ereditate” dai miei genitori e della mia. Sin dall’infanzia ero la “diversa”, quella “non identificabile” in nessuna delle figure genitoriali e sappiamo quanto sia importante per un bambino, l’identificazione con le figure primarie della propria infanzia. Io ero la sbagliata, la ribelle, poi la malata, la malata “per scelta”, secondo loro, perché non avevo “la forza di volontà” necessaria per guarire.
Quindi sbagliata, anche nella malattia. Per un lungo periodo sono stata convinta che fosse così, che ero io quella “diversa”, nel senso più negativo possibile del termine.
Tuttavia qualcosa non mi tornava e i miei sintomi alimentari lo gridavano al posto mio, in un nucleo familiare dove la comunicazione verbale era impossibile, la malattia aveva preso il posto delle parole.
Oggi ho compreso, oggi so, che non ero sbagliata ma ero quella che avrebbe spezzato quei meccanismi malati.
Oggi ho la possibilità, conquistata dopo tanto lavoro su me stessa, di essere felicemente “diversa”, ma prima di ogni cosa, felicemente ME STESSA! Certo, capita di “inciampare” ma fa parte della vita, ciò che realmente conta è quanto tempo resti al suolo dopo la caduta. Io poco.
Grazie per la VITA! La mia. 💜 ChiaraSole Ciavatta
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