IO NON VALGO NULLA – LE PAROLE SONO ARMI : Sono cresciuta in una famiglia di stampo patriarcale.
Mio padre era severo, autoritario, violento.
Mia madre fragile, remissiva, completamente soggiogata a lui.
Dalla violenza fisica e verbale che mio padre riversava su di noi, donne della sua famiglia, dalla rabbia immotivata che non celava in alcuna occasione, avvertivo un univo messaggio:
LE DONNE NON VALGONO NULLA E NON SONO IN GRADO DI FARE NIENTE.
La mia opinione non vale nulla e così anche le mie parole.
Nei comportamenti di mia madre, una donna che ha fatto dell’abnegazione il suo stile di vita, trovavo la conferma di quel messaggio.
Da adolescente detestavo mia madre; mi dicevo che mai sarei stata come lei. Sognavo un futuro differenze, con una me indipendente dal punto di vista emotivo ed economico.
E poi, ad interrompere questo sogno, sono arrivati in maniera prepotente nella mia vita i sintomi alimentari.
Il congelamento della crescita e la profonda regressione che ho subìto a causa dei disturbi alimentari, mi hanno portata a ricercare accudimento e protezione, che io non avevo mai sentito da parte delle mie figure genitoriali.
Con la mia malattia ho portato allo scoperto un malessere che non ero solo mio, ma dell’intero nucleo famigliare.
A causa / grazie ai disturbi alimentari e al percorso di cura che ho intrapreso faticosamente a MondoSole, sto riflettendo sull’educazione ricevuta, frutto di quella subìta da mio padre e mia madre dai loro rispettivi genitori.
La violenza e l’onnipotenza di mio padre erano il risultato di un’infanzia non vissuta e di un padre che non aveva alcuna stima dei suoi figli, tanto da definirli incapaci di sopravvivere alla sua morte.
E’ chiaro che mio padre abbia vissuto e tuttora viva in funzione di quell’ingiusto monito paterno, con il bisogno di confermare la sua forza, la sua autorità con tutte le persone che lo circondano, soprattutto con quelle che ama di più.
L’abnegazione della mia mamma era frutto di un padre severo e violento e di una madre troppo attenta a se stessa, troppo egoista. A rincarare la dose c’era una fede vissuta come dovere, per nulla libera, gioiosa e vitale.
Io sono il risultato di varie generazioni.
Io sono una donna ed oggi faccio tanta fatica a capire profondamente che sono grado di fare tutto ciò che voglio.
LE PAROLE SONO IMPORTANTI. SONO LAME TAGLIENTI IN GRADO DI LACERARE UN’ANIMA.
Quando mi accingo a fare qualsiasi cosa inerente il lavoro oppure un hobby, io mi dico che mai riuscirò ad avere buoni risultati perché IO NON VALGO NULLA E NON SONO IN GRADO DI FARE NULLA!
Seppur io sappia che queste convinzioni arrivino dal mio vissuto familiare, non è così semplice comprenderle con il cuore, tanto ferito.
Ma so che l’unico modo per abbattere la mia scarsa autostima è PROVARE, PROVARE e ancora PROVARE a fare ciò che mi va, mettendo a tacere quella denigrante voce interiore.
Riflessione di Valentina
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