Home MondoSole “Il Passato che non passa mai”. La forza e la “violenza” del TRANSFERT. (riflessione – testimonianza)

“Il Passato che non passa mai”. La forza e la “violenza” del TRANSFERT. (riflessione – testimonianza)

by ChiaraSole Ciavatta

“Il Passato che non passa mai”. La forza e la “violenza” del TRANSFERT

“Che cosa è il Transfert?” Quante volte durante il mio percorso di cura mi sono posta e ho posto questa domanda…

inizialmente questa parola era “sconosciuta”, “ridondante”. Pensavo fosse qualcosa lontana da me, un meccanismo che conoscevo attraverso le esperienze degli altri, ma che non riuscivo a ritrovare nella mia vita, nel mio passato, nel mio presente, nei miei rapporti con gli altri.

In realtà il transfert è quel processo mentale (inconscio) per cui un individuo tende a proiettare (trasferire, vedere, leggere) nell’altro sentimenti, emozioni, intenzioni (positive e/o negative) che in realtà appartengono a se stesso.

I nostri rapporti con gli altri risentono, in qualche misura, delle nostre relazioni più significative, più importanti della nostra vita (principalmente legate alla nostra infanzia, alle figure genitoriali).

Solitamente accade che riusciamo a instaurare un legame di simpatia o ci si sente più sicuri accanto a persone che richiamano alla mente una figura amata del proprio passato, e viceversa ci si sente minacciati o a disagio con persone che ci ricordano aspetti negativi di figure che comunque hanno avuto un “Peso” nella nostra vita.

Io ho attuato una forte resistenza prima di riuscire ad accogliere e prendere coscienza di quanto fosse radicata in me questa FORTE E VIOLENTA DINAMICA INCONSCIA.

Tanto forte da avermi severamente negato la possibilità di conoscere e approfondire rapporti con persone che non rispecchiavano determinati canoni e viceversa di aver investito totalmente in rapporti che rappresentavano la ripetizione, “la messa in scena” di una relazione passata che dunque racchiudeva in sé già quegli atteggiamenti di odio e di amore, di conflitto vissute nel passato nei confronti delle persone per me più significative (madre, padre, fratello…).

L’importanza di capire, riconoscere quando si mette in atto questo tipo di meccanismo, ci permette di vivere una relazione “vera”, ripulita dall’aspettativa (pretesa) inconscia di essere amati in chiave infantile (cioè che la persona soddisfi ogni nostro bisogno d’amore, che colmi quei vuoti affettivi del passato), e quando questo non accade, perché ovviamente davanti a noi abbiamo una persona e non uno spettro di noi stessi, accade che la delusione ci pervada e solo con la presa di coscienza di ciò che è avvenuto, rimane (se la relazione si interrompe) un forte dolore.

A.D.S.

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