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Guarire dai disturbi alimentari è… TESTIMONIANZA E RIFLESSIONE

by ChiaraSole Ciavatta

Guarire dai disturbi alimentari è… TESTIMONIANZA E RIFLESSIONE

Guarire è…
quando i pensieri non ti ossessionano la testa di continuo, quando quel vortice si dirada e hai consapevolezza di chi sei…
Guarire è tenerselo ben presente chi sei, da dove vieni e ricordarselo ogni tanto…
Guarire da anoressia, bulimia e binge eating, è non aspettarsi che tutto andrà bene e sarà perfetto e non soffrirai, non è un castello fiabesco perchè la vita non lo è, non è finta e si soffre lo stesso, si hanno i momenti giù lo stesso, ma con la differenza che non si finisce col prendersela con se stessi e col fare di tutto per non sentire, non si scappa… si affronta tutto.
Guarire è mangiare in libertà ma avendo allo stesso tempo cura della propria salute, non è più privarsi né lasciarsi andare. È accogliere le proprie imperfezioni perchè l’idea di perfezione è una galera sempre più stretta che non esiste, non è reale, tanto è vero che non basta mai: i canoni e le misure entro cui stare sono gusci entro cui rifugiarsi.
Guarire è un processo in evoluzione, non è un momento. Non corrisponde ad un arrivo terminato, concluso, perchè equivale a prendersi cura di se stessi e questo lo si deve fare sempre… e questo avviene anche dopo che non si è più seguiti quando le guide saranno interne e anche se a volte potrà prendere il sopravvento la pigrizia o la dimenticanza, dentro di te ci sarà sempre la profonda voce positiva che ti sei conquistato e ti rimetterà in riga e ti ricorderà chi sei e da dove vieni e che il prendersi cura di sè va fatto nella quotidianità e va coltivato, insomma guarire è predersi cura di se tutti i giorni.Non è egocentrismo ma amore, protezione e crescita.
Guarire è saper uscire da sé, ascoltare davvero l’altro non in funzione di un tornaconto o di un bisogno. È smettere di aver bisogno di dipendere da qualcosa o qualcuno.
Guarire è vivere e non sopravvivere, è ESSERE E NON DOVER ESSERE. È decidere e non farsi trascinare. È prendersi responsabilità, accettare di sbagliare, accettare di poter non andar bene, oppure no, a qualcuno.
Guarire è anche un atto di coraggio, di volontà (e non di forza di volontà) di spezzare quella catena che ci tiene legati alle dinamiche familiari per poter creare una nostra famiglia libera e incontaminata da quei non detti, da quei comportamenti ormai presi per “normali” ma soffocanti, deprivanti, ansiogeni e depressivi.
Guarire è fiducia in sé perché ci si è presi per i capelli e ci si è trascinati a forza verso una luce, e anche se aiutati o spinti, quella fatica è la nostra e una volta portato avanti questo percorso sale la stima di sé e il ripensare a quanta determinazione nel procedere avanti, anche nei momenti in cui non si vedeva una risoluzione della matassa dei nostri perchè, mi fa constatare che chi soffre di disturbi alimentari (così come altre dipendenze) così come è capace di sviluppare un’enorme e massacrante potenza distruttiva verso di sé quando la si incanala verso la cura e la comprensione di sé porta a risultati meravigliosi.
Marty

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