Dieta dimagrante, prodotti dimagranti, Codice di autodisciplina della Comunicazione Commerciale
Una canzone di Baglioni del 1992 si intitolava proprio così: E adesso la Pubblicità. Penso che sia necessario parlare anche dei messaggi pubblicitari e informare su cosa si può e, non si può, dire attraverso gli spot. Ogni anno veniamo bersagliati da messaggi incredibilmente invasivi per prepararci a quella che viene chiamata la “prova costume”.
Di seguito una relazione:
In Italia la forma e il contenuto delle pubblicità è regolamentato da un “Codice di autodisciplina della Comunicazione Commerciale”, che ha il potere di censurare o sanzionare i messaggi non conformi a quanto stabilito. Ai prodotti “dietetici” (o meglio agli integratori per la riduzione o il controllo del peso) è dedicata una specifica sezione di cui vi riporto solo alcune regole che è evidente che non vengono praticamente mai rispettate:
• non è ammissibile presentare questi prodotti come “dimagranti”, ma solo come “coadiuvanti di diete ipocaloriche”.
• non si deve enfatizzare il concetto di dimagrimento come sinonimo di salute.
• non deve avvalersi né di immagini né di testimonianze volte a confrontare la situazione precedente all’uso del prodotto con i risultati conseguiti con l’uso del prodotto stesso.
• deve evitare quantificazioni assolute dei risultati ottenibili in un determinato periodo di tempo (in termini di riduzione di peso, circonferenze, ecc).
• non deve tendere a far credere di poter ottenere risultati significativi in tempi rapidi e senza rinunce.
• non è consentito l’uso di espressioni quali “clinicamente testato”, oppure “test clinici dimostrano che…”
• deve evitare l’esplicita menzione di condizioni di peso “ideale”, linea “ideale” o simili. Nei messaggi va considerata la delicatezza dell’argomento, in termini di comunicazione, rispetto alle psicopatologie alimentari. Il concetto di peso “ideale” è stato superato in quanto causa di errori terapeutici e di gravi malattie psicologiche.
Dunque, come avete letto, le regole esistono, e sono anche serie, e numerose sono le sanzioni e le censure. E l’ultima norma che ho riportato, quella che impedisce di parlare di “peso o linea ideale” spiega anche il perché di questa limitazione, cioè che tale concetto “è causa di errori terapeutici e di gravi malattie psicologiche”. Dunque, se le regole esistono, e se tutti sanno che trasgredirle produce dei danni gravi, perché non vengono rispettate?
Viene da pensare male. Viene da pensare che pur di venderci qualche nuovo prodotto “dimagrante” (termine peraltro vietato) se ne fregano della nostra salute, e in particolare della salute di chi, psicologicamente fragile e ossessionato dal proprio corpo, crede a qualsiasi cosa.
il tema è delicato…
Leggi il Codice di Auto-determinazione della Comunicazione Commerciale:
http://www.iap.it/it/codice.htm