Diario: Riflessione e Testimonianza anoressia e bulimia: Mi sono ammalata di disturbi alimentari all’età di 13/14 anni.
Ho iniziato con l’Anoressia iniziando a seguire una dieta cosi per gioco ascoltando dei discorsi in palestra volevo capire cosa si provava perdere un chilo, ma purtroppo da quel momento non sono più riuscita a fermarmi; più vedevo l’ago della bilancia scendere e più non mi bastava (mai), avevo capito che più dimagrivo e più avevo l’attenzione degli altri e soprattutto della mia famiglia su di me, la preoccupazione nei loro occhi era una forma di godimento per me.
Finalmente mi sentivo vista anche se io stavo fisicamente diventando invisibile.
Dopo qualche anno di Anoressia è subentrata “LEI” la Bulimia che mi ha accompagnato per tutto il resto degli anni della malattia che sono quasi 20.
Il mio corpo non riusciva più a privarsi del cibo ed avevo scoperto l’esistenza di questo metodo compensativo: il vomito.
Mangiare e andare in bagno a vomitare così da assolvermi per non essere stata in grado di resistere al cibo.
Durante il periodo della Bulimia non ero poi così tanto sottopeso quindi agli occhi degli altri “stavo meglio” ma in realtà stavo solo che peggio, oramai il pensiero del cibo ,abbuffate e del vomito erano una costante della mia quotidianità tutto ruotava attorno a quei momenti, quindi, il lavoro, le relazioni sociali, relazioni d’amore erano contaminati da quel pensiero Ossessivo Compulsivo.
Avevo una fame d’amore di essere vista e riconosciuta credevo di non avere nessun valore nulla da dare all’altro e l’unico strumento era diventato mostrare all’altro che stavo male per ricevere la loro attenzione.
Questa mia fame di essere vista la riconduco a prima del nascere del Disturbo Alimentare; già all’età di 7/8 anni ho iniziato ad avere un forte bisogno di attirare l’attenzione dei miei genitori su di me perché sentivo il loro sguardo più rivolto verso mio fratello minore, perché aveva problematiche fisiche sin da piccolo e poi aveva un carattere più ribelle sin dalla nascita quindi catturava di più l’attenzione dei miei genitori a differenza mia che sin dalla nascita ero una bimba tranquilla che mangiava e dormiva (così mi ha sempre detto mia madre), dopo un po’ di anni però mi stancai di essere la bimba buona e ubbidiente e ho iniziato a fingere dei malesseri fisici perché avevo capito che quello era il modo per attirare lo sguardo dei miei e fargli capire che io in realtà non mi sentivo vista, ma quello sguardo su di me durava poco e per questo dopo qualche anno entrai nel tunnel dei Disturbi Alimentari e da quel momento quell’attenzione e quegli occhi che tanto ho desiderato non sono più andati via ma nel frattempo mettevo a rischio ogni giorno la mia vita.
Il rapporto con mio fratello in tutto questo è sempre stato di odio e amore profondo.
L’ho odiato perché nonostante fosse più piccolo di età di me è stato spesso aggressivo sia verbalmente che fisicamente e il suo egoismo lo odiavo perché io invece ero totalmente diversa da lui.
Dall’altra parte però c’è sempre stato un amore viscerale a tal punto di sentire sulla mia pelle e nel cuore i suoi momenti di sofferenza.
Come già accennavo prima questa malattia aveva intaccato anche i rapporti d amicizia perché dentro di me non c’era spazio per accogliere l’altro io volevo e pretendevo le attenzioni e lo sguardo esclusivo dell’altro e se per qualsiasi motivo non c’era per me quelle persone non ci tenevano a me, ogni piccola mancanza cancellava tutto quello di buono ricevuto fin a quel momento.
Anche i rapporti amorosi non sono stati del tutto autentici perché dentro di me l’amore che riempiva tutto era il cibo e quindi non c’era spazio per essere libera e ricevere l’altro, lo stesso per quanto riguarda la sfera sessuale non sentivo nessun piacere fisico se non un assecondare un bisogno dell’uomo e spesso lo vivevo come una violenza il dover avere dei rapporti, ma nonostante questo mio sentire negli anni mi sono concessa a molti ragazzi in rapporti anche di breve durata credevo che il sesso potesse essere l’unica attrattiva per uomo che poteva avvicinarsi a me perché cosa poteva offrire Pia di cosi speciale se non del rapporto sessuale.
Fin dai primi anni di malattia ho chiesto aiuto a persone esperte nel settore ho partecipato a sedute singole e gruppali ho fatto due ricoveri in un centro chiuso ma purtroppo il beneficio che ne traevo era solo momentaneo o comunque di poca durata dopo poco ci ricadevo come prima se non peggio. Fino a quando decisi di affidarmi al Centro MondoSole ero arrivata allo stremo delle forze fisiche e mentali sopravvivevo.
All’inizio sono entrata in punta di piedi un po’ scettica e timorosa che potesse essere l’ennesimo buco nell’acqua ma dopo un po’ di resistenza decisi di lasciarmi andare completamente affidandomi a tutta l’equipe e alle ragazze del centro seguendo le indicazioni che mi venivano suggerite dagli operatori e scegliendo ogni singolo giorno con totale libertà e consapevolezza come iniziare ad amarmi e non seguire più quella voce della malattia che mi aveva ingabbiato facendomi credere che quello era l’unico posto e modo di vivere.
Il mio rapporto con il cibo è cambiato, non c’è più quella lotta costante nella mi testa che distoglieva l’attenzione da tutti e tutto quello che mi circondava. Adesso riesco a godermi i miei adorati tramonti, e non solo, sentendo e facendo entrare davvero forse per la prima volta una sensazione di pace che attraversa il mio cuore.
So bene che ci saranno momenti pesanti ancora da attraversare ma nulla mi spaventa di più se non il solo pensiero di poter rientrare in quell’inferno che chiamavo vita.
Pia