Home MondoSole consigli medici per chi soffre di disturbi alimentari

consigli medici per chi soffre di disturbi alimentari

by ChiaraSole Ciavatta

consigli medici per chi soffre di disturbi alimentari:

consigli medici per chi soffre di disturbi alimentari: Anoressia, bulimia, binge eating e tutti le malattie racchiuse sotto l’insegna disturbi alimentari, sono incredibilmente distruttive per il corpo. Sono necessarie delle precauzioni e dei controlli periodici. Per questo ho deciso di inserire sul mio sito questo scritto a cura del Dott. Matteo Mugnani

Dentista
La pratica del vomito causa lesioni dentarie (erosione dello smalto) come conseguenza dell’azione acida del succo gastrico che giunge in bocca. L’erosione è irreversibile e colpisce in misura maggiore i denti frontali (la loro parete interna), ma non progredisce quando la paziente cessa di vomitare. Anche il colore dei denti tende a modificarsi passando dal bianco al grigio o marrone. Questo fa anche aumentare la frequenza di carie. Anche le abitudini dietetiche incidono molto, come ad esempio il consumo di bevande dietetiche a basso PH due o più volte al giorno (due bevande di questo tipo consumate ogni giorno per una settimana producono effetti pari ad un singolo evento di vomito). Inoltre nei DCA è stato evidenziato un ridotto flusso salivare ed un’alta concentrazione salivare di lactobacilli e streptococchi. Sebbene non elimini i danni, è consigliabile la pulizia dentaria nel post-vomito, per abbassare il PH interno al cavo orale suddetta pulizia deve essere eseguita mediante un colluttorio nell’immediato e non con uno spazzolino da denti. Un dentista può oggi applicare sullo smalto dei denti una sostanza apposita che resiste all’azione degli acidi nel periodo di esposizione quotidiana al sintomo. Ed è sempre consigliato l’uso di gastroprotettori specifici per proteggere il cavo orale (gengive, mucose, gola, esofago).

Ginecologo/a
È noto che moltissime ragazze che soffrono di anoressia presentano una persistente amenorrea (interruzione del ciclo mestruale) secondaria alla perdita di peso e alla restrizione alimentare, che spesso viene riconosciuta come primo segno di “anormalità” da parte delle pazienti e delle loro famiglie. L’amenorrea è causata dalla anomala secrezione pulsatile ipofisaria di LH e dalla bassa produzione ovarica di estrogeni, e si evidenzia inoltre una ridotta risposta ipofisaria all’LHRH ipotalamico. Questo quadro, nella maggior parte dei casi, si normalizza con il recupero ponderale, la scomparsa dell’iperattività fisica e della restrizione alimentare. Una delle conseguenze più temibili dell’ipoestrogenismo è l’osteopenia da ridotta apposizione corticale, tanto più temibile quanto più è precoce l’insorgenza della malattia. La riduzione della massa ossea, inoltre, è direttamente correlata con la durata dell’amenorrea e con il BMI (indice di massa corporea) e quindi più in generale con la durata della malattia. La somministrazione di estrogeni come cura dell’amenorrea, oltre a non tenere in considerazione il sintomo amenorrea nel contesto di un più complesso problema, funge da rinforzo di negazione della malattia, e non tiene in considerazione i fattori psicopatologici del disturbo. Gli estrogeni, inoltre, non aumentano la formazione dell’osso; essi infatti sopprimono sia la formazione che la perdita di osso. Somministrare estrogeni ad una ragazza che soffre da pochi anni di anoressia nervosa e che sta lottando per cercare di guarire dal suo disturbo, può impedirle di recuperare la sua massa ossea perduta.

Insegnanti di educazione fisica (scuole, palestre, centri dimagrimento)
Primi evidenti segnali di questi sintomi sono:
– ginnastica compulsiva per bruciare calorie.
– esercizio fisico eccessivo.

Dietologo
Per quanto possa sembrare paradossale, digiunare non fa dimagrire, perché arresta il metabolismo (il corpo ha bisogno di carboidrati per bruciare le riserve di adipe). I carboidrati sono i calmanti naturali, e la loro presenza nella dieta garantisce una maggiore protezione dalle abbuffate bulimiche. Le proteine e un uso frequente di acqua sono necessari per reintegrare i liquidi perduti per colpa del vomito o dei lassativi. Dopo le abbuffate è assolutamente necessario reintegrare sodio e potassio (che si perdono con i succhi gastrici), ad esempio con gli integratori di Sali minerali in commercio (es: Polase) o attraverso cibi specifici (es: la banana, che è molto ricca di potassio). La carenza di Sodio e Potassio espone a serissimi rischi cardiaci.

Medico di base 
A lui è in mano la diagnosi precoce e la responsabilità di inviare ad uno specialista serio e specializzato in materia. E’ fondamentale scegliere un clinico secondo i seguenti parametri:
– specializzato in disturbi dell’alimentazione.
– che tratta sia la paziente che la famiglia.
– con una conoscenza specifica dei farmaci e psicofarmaci usati in queste patologie.
– collegato ad un centro di ricovero specializzato per le fasi acute.

Pediatra
Altra categoria a cui è affidato il compito di una diagnosi precoce.
Il DSM IV classifica i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione dell’Infanzia o della Prima Fanciullezza in tre gruppi:
– Pica (307.52) la cui diagnosi comporta l’assunzione persistente di sostanze non alimentari per un periodo di almeno un mese, inappropriata rispetto al livello di sviluppo
– Disturbo di Ruminazione (307.53) consistente in un ripetuto rigurgito e rimasticazione di cibo per un periodo di almeno un mese dopo un periodo di funzionamento normale non dovuto ad un’altra condizione medica generale (per es: reflusso esofageo)
– Disturbo della Nutrizione dell’Infanzia o della Prima Fanciullezza (307.59) che si manifesta con mancanza di una alimentazione adeguata e incapacità ad aumentare di peso o significativa perdita di peso durante un periodo di almeno un mese, non secondaria ad un’altra condizione medica o ad un altro disturbo mentale, con esordio prima dei 6 anni di età.

Insegnante (scuole elementari e medie)
I disturbi alimentari sono spesso correlati ad un’ossessione per la perfezione che si esprime anche nel campo degli studi e dei rapporti con il gruppo dei coetanei. Un’attenzione preventiva ed una comprensione precoce di tali espressioni può essere utile per cercare di approfondire con la ragazza o con la famiglia i problemi all’origine.

Puoi leggere anche: