Home MondoSoleESPERIENZA TESTIMONIANZA RIFLESSIONE “Ingoiavo chili di cibo senza masticare. Ora sono rinata”. Come si guarisce da un disturbo da alimentazione incontrollata” – RiminiToday e today.it –

“Ingoiavo chili di cibo senza masticare. Ora sono rinata”. Come si guarisce da un disturbo da alimentazione incontrollata” – RiminiToday e today.it –

by ChiaraSole Ciavatta

“Ingoiavo chili di cibo senza masticare. Ora sono rinata”. Come si guarisce da un disturbo da alimentazione incontrollata”

La storia di Silvia Paolangelo, guarita dal binge eating (disturbo da alimentazione incontrollata): “Credevo che non ce l’avrei fatta. E invece si può guarire”.

Intervista di Vanessa Zagaglia

Silvia Paolangelo

“Divoravo tutto quello che avevo in casa. Passavo dal dolce al salato, dal fresco al congelato. Ho toccato livelli inquietanti”. Non ha remore, Silvia Paolangelo, nel descrivere il mostro che, per anni, ha avuto il controllo sulla sua vita: il binge eating (disturbo da alimentazione incontrollata). Ventisette anni, originaria di Matera ma trapiantata a Rimini nel periodo del Covid per accedere al percorso di cure offerto da MondoSole.

L’associazione, che ha sede in via Sigismondo Malatesta, è un centro di cura specializzato in anoressia, bulimia e binge eating, sorto nel 2004. ChiaraSole Ciavatta, la fondatrice, è impegnata quotidianamente non solo nel supporto delle persone malate, ma anche in un’assidua attività di sensibilizzazione.
“Di disturbi del comportamento alimentare se ne parla sempre troppo poco – spiega a RiminiToday -. La patologia più riconosciuta è l’anoressia. Subito dopo viene la bulimia, ma non si parla quasi mai del binge eating disorder. Uno dei disturbi più comuni, in grado di provocare una sofferenza inimmaginabile a chi lo vive, e di mettere a rischio la vita”.

Da non confondere, tiene a specificare Ciavatta, con la mera golosità. “Chi ne è affetto soffre sintomaticamente di abbuffate compulsive, come nella bulimia, ma senza emesi, cioè senza vomito dopo. Nel nostro centro, dal post Covid, c’è stato un aumento di richiesta di aiuto del 20-30%, e si tratta di persone che non sapevano neanche di avere questa malattia, proprio perché troppo sminuita e sottovalutata”.

Tra coloro che hanno avuto la forza di chiedere aiuto c’è Silvia. Dopo anni in cui la sua vita è stata governata dal disturbo, la 27enne è incappata casualmente nella realtà di MondoSole.

Cosa accadde in quel preciso momento? “Feci le valigie e da Matera mi catapultai a Rimini, in appena due settimane. Ed è proprio qui che ho scelto di restare”.

Silvia Paolangelo 1

Silvia Paolangelo

Paolangelo, quando ha capito di avere un disturbo del comportamento alimentare?
“In realtà, credo di esser stata malata fin da piccola. In fase pre-adolescenziale ho avuto l’esplosione del sintomo, partendo da anoressia e bulimia, fino a sfociare nel binge eating. Ma credo che il disturbo abbia sempre fatto parte di me”.

Qual è la differenza tra bulimia e binge eating?
“Che nella bulimia, oltre alle abbuffate compulsive, c’è una compensazione attraverso il vomito indotto e l’attività fisica, tramite cui cerchi di espellere quello che hai ingurgitato, che viene avvertito come una ‘colpa’. Nel binge eating, invece, non si ha la compensazione. Trattieni dentro tutto quello che mangi, senza espellere”.

Cosa si prova, in quei momenti?
“Posso solo dire di aver toccato livelli inquietanti. Avevo episodi giornalieri di abbuffate in cui ingoiavo tutto quello che avevo in casa, senza neanche masticare, perché non mi interessava quello che stavo ingerendo. Letteralmente di tutto. Quando non trovavo quello che volevo, perché spesso il cibo mi veniva nascosto, iniziavo a delirare. Avevo delle vere e proprie crisi di astinenza perché il cibo era la mia droga e mi sentivo vuota senza di lui. Impossibile quantificare quello che mangiavo, ma erano chili e chili di roba. Sentivo il mio stomaco dilatarsi e un dolore che mi paralizzava, impedendomi di muovervi. Per non parlare dell’accelerazione cardiaca. D’altronde, avrei appreso solo dopo che è uno degli scopi per cui si mangia così tanto: smettere di muoversi, quindi di esistere. In quei momenti, io non volevo più sentire emozioni. Non volevo più ‘essere’, ero diventata inerme”.

Quando ha capito che doveva dare una svolta alla sua vita?
“Ci è voluto molto tempo. Negli anni ho intrapreso vari percorsi di terapia che poi ho rifiutato. Avevo bisogno di un percorso specializzato sui disturbi del comportamento alimentare. A un certo punto ho realizzato che mi stavo distruggendo, che anche quando uscivo, il mio unico pensiero andava al cibo. Ricordo bene quella sera in cui iniziai le mie ricerche e incappai per caso in un post social di ChiaraSole Ciavatta, iniziando a leggermi una serie di testimonianze. In due settimane ho fatto le valigie e da Matera, da cui non mi ero mai allontanata, mi sono spostata a Rimini”.

Cos’è successo all’interno di MondoSole?
“Sono nata una seconda volta. Ho avuto la possibilità di confrontarmi con gli altri, cosa che prima non facevo, perché ero sempre chiusa in casa. La forza di quel centro è proprio nella sua capacità di fare gruppo. Noi ragazze potevamo interagire tra di noi e con altre persone. Ho scoperto la bellezza della convivialità, del vivere emozioni, di fare cose semplici che prima non mi sentivo in grado di fare: pagare una bolletta, ritirare i soldi al bancomat, andare al bar a prendere un caffè. MondoSole mi ha fatto scoprire cosa significa vivere la vita, quella vera. Per la prima volta mi sono sentita compresa, non sola, non giudicata”.

È guarita, dunque?
“Assolutamente sì, anche se a volte faccio fatica a crederci persino io. Ero sicura che non sarebbe mai successo. Scelgo di ‘metterci’ faccia e nome, perché spesso questa malattia viene vista come una vergogna da nascondere. Ecco, io non mi vergogno se mi sono ammalata, se ho sofferto, oggi posso essere solo che grata per la vita che sto vivendo e vorrei far capire a chi è affetto da questo disturbo che può vivere come me e come tante persone che sono guarite. Ho iniziato ad avvertire una vitalità che prima non avevo, a parlare, ad ascoltare la mia voce. A fare cose che prima non avrei mai creduto di poter fare. Ho deciso di rimanere a Rimini, nel contesto di MondoSole, proprio per aiutare altre persone bisognose di aiuto. Nel frattempo, ho un lavoro e conduco la vita di una normale 27enne. La cosa più bella? Riuscire a sentire tutto quello che faccio. Non è più la malattia a decidere per me, oggi è Silvia che sceglie”.

Che consiglio darebbe a una persona affetta da binge eating?
“Di affidarsi a professionisti specializzati in disturbi del comportamento alimentare, per quanto questo possa spaventare e far paura. E di scegliere percorsi terapeutici in presenza, piuttosto che online. Il vero obiettivo, in percorsi di terapia di questo tipo, è portare la persona malata fuori dalla sua bolla, fuori dalla solitudine. Se ci si cura a casa, in ‘smart’, il rischio è di rimanere rintanati nella propria malattia, di non ‘andare fuori’. È invece fuori, nel mondo reale, che si guarisce davvero. E si torna a vivere”.


Intervista a Silvia Paolangelo su RiminiToday 03.11.2024:

“Ingoiavo chili di cibo senza masticare. Ora sono rinata”. Come si guarisce da un disturbo da alimentazione incontrollata

La storia di Silvia Paolangelo, guarita dal binge eating (disturbo da alimentazione incontrollata): “Credevo che non ce l’avrei fatta. E invece si può guarire” “Ingoiavo chili di cibo senza masticare. Ora sono rinata”. Come si guarisce da un disturbo da alimentazione incontrollata Link: riminitoday.  Grazie a tutta la redazione. Un grazie particolarmente affettuoso alla giornalista Vanessa Zagaglia.


Disturbi alimentari

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Il racconto di una ragazza di 27 anni che è riuscita a superare il disturbo da alimentazione incontrollata: “Ho toccato livelli inquietanti, credevo che non ce l’avrei fatta”

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Intervista a Silvia su Virgilio.it

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4 Novembre 2024 Intervista a Silvia Paolangelo Su Leggo.it

«Mangiavo tutto quello che trovavo in casa senza masticare, il dolore allo stomaco mi paralizzava. Così sono guarita dal binge eating»
La 27enne Silvia Paolangelo ha raccontato la sua terribile esperienza

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«Mangiavo tutto quello che trovavo in casa senza masticare, il dolore allo stomaco mi paralizzava. Così sono guarita dal binge eating»

Storia di Redazione web clicca qui per leggere l’articolo


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