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Bulimia, come guarire… testimonianza riflessione

by ChiaraSole Ciavatta

Bulimia come guarire… testimonianza e riflessione

Durante gli anni intensi della mia malattia “BULIMIA” tra le tante problematiche e dolore che non riuscivo a comprendere facevo i conti con un umore decisamente altalenante… e c’era il continuo pensare “bulimia come guarire”. Quando mi illudevo di stare bene avevo il pieno controllo sul cibo dunque restrizione, non mangiare, attività fisica intensa e così mi illudevo di sentirmi forte o meglio onnipotente.

Durante questa fase l’ adrenalina prendeva il sopravvento sentivo di avere una vita ricca tra sport, studio amici e serate. Quest’ ultime erano sempre accompagnate da un denominatore comune l’alcool, condiviso con amici scelti appositamente. Mi illudevo di essere una ragazza socievole perché l’alcool effettivamente mi disinibiva e mi rendeva totalmente disinvolta in quei luoghi dove divertirsi era necessario ma io senza un drink in mano mi sentivo un pesce fuor d’acqua ancora più incapace di decifrare le mie emozioni che prendevano il sopravvento e mi facevano sentire una formica in mezzo ad una massa di ragazzi.

Così bere era la regola pre-serata alcolici prima della disco, discoteche, ragazzi conosciuti con disinvoltura, me se qualcuno oggi mi domandasse cosa ricordi? La mia risposta è quasi niente. Se non una distruzione che aumentava gradualmente e andava a peggiorare le mie condizioni. Perdere il controllo mi serviva per non sentire la pesantezza di quel dolore che ovunque mi trovassi era forte ma soprattutto indecifrabile.
Per sentirmi parte di qualcosa poiché odiavo la mia famiglia e continuavo a cercare sostitutivi, mi iscrissi ad un’ associazione studentesca da lì a poco ero diventata consigliera di facoltà e avevo una grande fama nell’ateneo catanese per essere la ragazza più votata. Dietro di me un associazione composta da tanti ragazzi che mi proteggevano e si battevano per me.

L’umore nel frattempo cambiava è da fasi totalmenti iperfelici e iperadrenaliniche la depressione prendeva il sopravvento. Tutto iniziava a diventare troppo ingestibile, stessa storia mi chiudevo a casa dovevo controllare il mio corpo perché le abbuffate prendevano il sopravvento il cibo e il vomito autoindotto scandivano la mia giornata, il controllo non esisteva più ma entravo in quel vortice drammatico di mangiare vomitare e ancora vomitare e mangiare. Non esisteva nessun interesse se non quello rivolto al cibo e al corpo, il mondo era tagliato fuori e mi ripetevo da domani le cose cambieranno da domani mangio bene chiedo aiuto e non vomito più.
Ma quel da domani non arriva MAI.

Finito l’anno accademico universitario, le estati fuggivo da casa per recludermi in un mondo idilliaco il mondo dell’ animazione, dove l’attività fisica era intensa e mi illudevo che lì avrei potuto ritrovare il mio peso forma ideale, sarei potuta fuggire da casa che odiavo così tanto. In 4 mesi la mia vita sarebbe cambiata, era quello che mi ripetevo ogni estate per quattro estati di fila.

Così via solita storia mettevo il mio fisico a dura prova tra le mille attività fra acquagym, aerobica, balli di gruppo, spettacoli teatrali, nottate passate a fare prove di ballo e cabaret. Ma il mio dolore rimaneva se non aumentava nonostante fossi apprezzata ogni qualvolta salivo sul quel palco tra uno spettacolo e l’altro ricevessi centinai di applausi nonostante ciò il mio dolore non scompariva anzi. Gli attacchi di panico erano frequenti, mi mancava l’aria e mi sentivo morire. Ma il vero tracollo avveniva nel rientro a casa.

Rientrare nella quotidianità mi spaventava, ormai sapevo cosa mi aspettava, sapevo che sarei rientrati in quel circolo vizioso che non mi abbandonava mai e a casa era amplificato.
Fu dopo la mia quarta stagione d’ animazione devastata mentalmente e fisicamente che capìì di avere solo due scelte o la morte che spesso e volentieri desideravo per porre fine a tutto quel dolore ingombrante o la vita.
Il giorno in cui avrei dovuto iniziare l’accademia di recitazione dopo essere stata ammessa a pieni voti, è stato il giorno in cui SCELSI di fare il colloquio da ChiaraSole presso MondoSole.

Non mi sentivo malata abbastanza, per me dopo anni quello che vivevo era la normalità, ma capì di provare una strada nuova e inedita. Iniziai il mio percorso a mondo sole col tempo ripresi una corretta alimentazione, iniziai con il loro aiuto ad affrontare giorno dopo giorno quel drammatico dolore capendo che il cibo è solo la punta dell’ iceberg. L’adrenalina che a fasi alterne si risveglia, ho imparato a riconoscere il significato storico che ha sempre avuto per me.

Ho avuto la possibilità di creare in maniera nuova un rapporto con i miei genitori che non odio più anzi provo tanto amore e stima, ho un lavoro, delle amiche vere che sto imparando a volere bene giorno dopo giorno, sto acquisendo una consapevolezza di ciò che sono i disturbi alimentari al di là del cibo e corpo e del motivo che mi ha portata ad ammalarmi.

Con fatica sto togliendo le maschere di superuomo, le maschere di animatore che deve fingere e sorridere sempre.. Sto imparando ad accogliermi e ad amarmi, perché quel senso di morte quella distruzione non è altro che un urlo alla vita. Non permettete che vi distrugga, purtroppo sono cosciente che in materia di disturbi alimentari c’è una grande ignoranza e difficoltà a comprendere queste patologie gravi che possono portare alla morte. Con un aiuto serio specializzato si può iniziare a vivere in maniere INEDITA… e quindi anche GUARIRE DALLA BULIMIA E DA TUTTI I SINTOMI ALIMENTARI.

IL SOLE PRIMA DI CERCALO FUORI CERCALO DENTRO TE.

Deb.

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