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Ho avuto bisogno dell’Anoressia per comprendere che la mia Vita aveva Valore

by ChiaraSole

Ho avuto bisogno dell’Anoressia per comprendere che la mia Vita aveva Valore Che Io ne avevo; Che potevo ricevere e dare Affetto senza nulla in cambio.

Ho avuto bisogno dell’Anoressia per comprendere che la mia Vita aveva Valore:  Sono una Giovane Donna, con un lavoro e un mio equilibrio. Con vere amiche ed impegni scelti. Con hobby e tempi liberi. Con tante certezze, ricostruite e create ex novo. Sono una ragazza che ha voglia di ridere, sorprendersi, costruire giorno dopo giorno il proprio futuro, stando nella “normalità” del quotidiano.

Sono curiosa di scoprirmi, uguale e diversa ogni giorno; conoscere di me le potenzialità e attitudini che ho scoperto di possedere, i vezzi e vizi che mi distinguono.

La Bellezza dell’Oggi è che ogni minuto è una conquista, ogni gesto è intriso di valore, ogni situazione mi insegna e da tutti posso imparare qualcosa di nuovo.

Oggi so che la perfezione non esiste, che l’ideale è irreale, il risarcimento non appaga, che la delega è inversamente proporzionale alla crescita, avere aspettative comporterà delusioni e soprattutto che il silenzio può essere interpretato ma non ascoltato. Oggi so che devo e posso parlare;

Oggi mangio.

Ciò che è cambiato è il mio punto di vista ed il mio modo di approcciarmi alla Vita.
Io sono cambiata.

Ho iniziato il mio percorso di cura, riabilitazione e reinserimento sociale presso MondoSole; Chiara, Matteo, Roberta e il Gruppo mi hanno aiutata ad avere fiducia in me stessa, mi hanno insegnato il valore dell’indipendenza, fino a scoprire la gioia di Esserci e di essere Attiva alla Vita.

Ho avuto bisogno dell’Anoressia per comprendere che la mia Vita aveva Valore. Che Io ne avevo;  Che potevo ricevere e dare Affetto senza nulla in cambio.

L’Anoressia mi ha permesso di guardare a fondo la mia infanzia che con tenerezza, rispetto e Amore custodisco; mi ha fatto comprendere cosa mi ha portato a stare tanto Male.

DATI OGGETTIVI Le assenze di un padre dedito al lavoro, così responsabile economicamente nei confronti di un mutuo e di una famiglia in crescita, così giovane ed inesperto. Gli sbalzi umorali di una madre comprensibilmente destabilizzata da due gravidanze ravvicinate, che è riuscita a portare avanti il suo lavoro, una casa e la sua famiglia senza l’aiuto continuativo né di figure genitoriali né tanto-meno professionali adeguate.

LA MIA PERCEZIONE Ho percepito la mancanza di una guida, pensieri discordanti, confidenze inappropriate e poca stima reciproca dei miei genitori.
Non ho ricordi dei miei primi cinque anni di vita. Qualche flash di mia sorella all’Asilo mi fa dire lei sia cresciuta con i nonni paterni credo fino ai sei anni. Benché non vivessimo insieme, penso di aver covato grande invidia per lei, sviluppatasi negli anni fino ad evolversi in senso di colpa e trasformarsi in protezione: Amore e gelosia per lei; Compassione e Odio nei confronti di mia mamma verso la quale mi son posta quale sostituta e mentore; Pietismo e Rabbia per mio papà, che sentivo di dover soddisfare e appagare.

Avevo imparato che per Crescere ed essere serena potevo tenere con me solo i momenti più belli: le scampagnate in bicicletta, le nostre barbie, i regali sotto il camino, le giornate con mia zia, la campagna coi nonni, il saggio di danza, il corso di nuoto, la propensione alla musica, le prime cotte, i compagni di classe alle medie e superiori.
Poi qualcosa è cambiato.

All’età di diciannove anni sono andata a studiare e vivere in una nuova città, condividendo un appartamento con altri ragazzi, scoprendo l’Amore e di pari passo le soddisfazioni legate allo studio ed ai bei voti nel libretto universitario. Potevo finalmente pensare solo a me stessa, fare delle scelte per Me. E questo mi ha portato a tenere a distanza le paure, il senso di inadeguatezza e di imperfezione che fino ad allora mi avevano angosciata.

Ma quel passato accantonato mi si è ripresentato avanti: Violento, Oscuro, Atroce, Terribile. In procinto della tesi di laurea magistrale in architettura e ingegneria edile mi son sentita imprigionata, soffocata dalla paura di affrontare la realtà (lavorativa) e le scelte che essa comporta; mi son sentita Sbagliata, incapace e piena di Paure; disprezzata dall’uomo che non amavo più, forzata a sentire le sue mani sulle mie curve più intime, il suo sapore addosso, l’odore della sua pelle, la pressione del suo controllo su di me, il suo Desiderio.

Ricordo quanto volevo urlare contro tutto questa situazione, eppure quanto la mia voce fosse soffocata. Quante volte gli ho chiesto di lasciarmi, detto che tra noi era finita: Speravo mi sentisse eppure glielo confidavo nel sonno. So che qualcosa mi paralizzava in quella relazione eppure Sentivo che volevo scappare
Dalla realtà, sottraendomi alla vita.

Così giorno dopo giorno ho iniziato a privarmi del cibo, a praticare intensa attività fisica, conoscere uomini in chat, tradire il mio compagno. Ero sola, schiava della Dipendenza in cui nulla è abbastanza, in cui fanno da padroni adrenalina e onnipotenza; regole di controllo e compensazione. Nessuno riusciva a comprendermi, ed io non capivo Me. Finalmente compresi di esserne totalmente in balia. Perennemente in fuga, occupata ad inventare menzogne per rispettare le regole della malattia che mi stava lentamente portando a scomparire. Morire.

Oggi tutto questo è Passato.

Un passato sedimentato, vivo nella mia mente. Un ricordo triste che mi fa paura. Una gioventù che mi insegna, uno strumento per affrontare il mio presente; non una zavorra ma un bagaglio di esperienza.

Oggi sono io, che guardo le mie cicatrici in modo Consapevole: un anagramma di segni indecifrabili agli altri, in cui leggo che Si può guarire, che tutti possono farcela. Che è indispensabile avere Fiducia, Pazienza, Caparbietà e Coraggio. La guarigione è Lavoro, non è “tutto e subito”.

E’ introspezione, comprensione, rielaborazione, scelta, superamento e sedimentazione. Guarire è possibile: ci si può svegliare il mattino e sorridere alla Vita, condividere/o stare un po’ soli, avere programmi e rispettarli/non averne e godere del fare nulla, porsi obiettivi e lavorare per raggiungerli/non averne e seguire gli eventi, stare nel previsto/e nell’imprevisto.

Si può imparare a Scegliere, questa è la mia domanda di cura Oggi. Oggi che scelgo di vivere.

Vale Mi.

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